mercoledì 12 novembre 2014

Ciuccio o Pollice? La Mia Esperienza

 
Già prima di partorire mi ponevo il problema del ciuccio. Non avevo ancora incontrato mio figlio per la prima volta e già pensavo a come avrei fatto per non farlo cadere in quel terribile vizio che hanno tutti i bambini.
Poi è nato Matteo ed il suo rapporto col ciuccio mi soddisfaceva appieno: gli piaceva ma non ne era dipendente. Quando si addormentava andavo spesso a controllare se lo avesse ancora in bocca ed ero felice di vedere che spontaneamente lo sputava.

Mi avevano detto che la dipendenza da quell'oggetto era la preoccupazione numero uno di tutte le mamme, che la notte sarebbe stata un incubo perché i bimbi si svegliano in panico se lo perdono, mi avevano detto che sarebbe stata dura toglierglielo e che sarebbe diventata la sua copertina di Linus... guai a dimenticarlo a casa se si va fuori! In pratica...ne ero terrorizzata.

Forse è per questo che quando mio figlio ha iniziato ad esplorarsi la bocca con le dita l'ho lasciato fare e successivamente, quando ha scoperto il pollice, ho pensato che dipendesse dall'uscita dei primi dentini e che non c'era nulla di male... non mi sono mai sbagliata così tanto.

Matteo ha iniziato a succhiarsi il pollice intorno ai 5/6 mesi e gli piaceva così tanto che quando gli davo il ciuccio lo rifiutava. Piano piano lo aiutava non solo ad addormentarsi, ma gli dava gusto in qualsiasi momento della giornata: quando era in macchina o sul passeggino, mentre aspettava la pappa (tra un urlo e l'altro), mentre ballava, addirittura mentre giocava usando così una mano sola... e adesso, che ha quasi due anni e 16 denti in bocca, il pollice continua ad essere il suo migliore amico. 

A nulla è servito lo smalto amaro (dopo qualche smorfia iniziale ricominciava più di prima), fasciargli il dito (ha rischiato di soffocarsi con la garza e il cerotto) o distrarlo dandogli altro da mordicchiare... vuole solo ed esclusivamente il suo pollice destro.

Adesso che è cresciuto la questione si sta facendo ancora più preoccupante. 

Quando è al parco e tocca le giostre, mette le mani a terra, raccoglie sassolini e foglie, viene a contatto con tantissimi germi che finiscono direttamente nella sua bocca perché, pur volendo, non riesco a rincorrerlo con un fazzolettino umido per pulirlo ogni 3 minuti. 
Se prendesse il ciuccio questa sarebbe una gran preoccupazione in meno, soprattutto quando siamo fuori casa.

Il ciuccio poi è un potente calmante. Quante volte mi è capitato di vedere scene in cui bambini in giro con le loro mamme, tranquilli sui loro passeggini, si infastidivano per qualcosa ma subito si tranquillizzavano prendendo il loro adorabile ciuccio.
Anche il pollice dovrebbe avere la stessa funzione rilassante ma è uno strumento che gestisce il bambino in totale autonomia quindi spesso e volentieri non viene usato nei momenti di crisi, lasciando invece spazio ad un pianto disperato.

Infine: a 3 anni avrei potuto dire a mio figlio che il ciuccio lo ha preso Babbo Natale o il topino della crescita... mentre il dito purtroppo non posso prenderlo e buttarlo via da un giorno all'altro.

Il ciuccio ha una vita limitata, il dito in bocca è potenzialmente un vizio senza fine.

Potevano dirmelo prima, potevano avvisarmi degli effetti collaterali del dito in bocca, invece che di un oggetto che, per quanto possa creare dipendenza, è sempre qualcosa di estraneo al bambino. Potevano dirmi che dietro al mostro ciuccio si insediava un nemico ancora più agguerrito e scaltro come il pollice. 

Quindi care mamme, col senno di poi vi dico: BENVENUTO CIUCCIO! Lasciate che vostro figlio si calmi così, poi ci penserete quando avrà tre anni a disfarvene. E non vi preoccupate perché seppure sembrerà che soffra per qualche giorno, poi se ne dimenticherà e il problema sarà definitivamente risolto.

Io invece dovrò rassegnarmi... proprio io che temevo che mio figlio potesse prendersi un vizio, ironia della sorte, ho un bambino che ha una totale dipendenza.


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